Sono io il tuo destino
L'adulterio, benché il delitto d'onore sia stato rimosso dal codice penale, può ancora provocare reazioni omicide in chi se ne ritiene vittima. Qui si tratta di una coppia di coniugi messinesi, Temoteo Barraci e Berenice Stellanotte, trasferitisi in provincia di Reggio Emilia; lei cederà alla tentazione di Santo, un giovane cugino acquisito, lui si innamorerà di Molly, una maestra dai capelli rossi e dagli occhi verdi. E la vicenda volgerà presto verso un drammatico sviluppo per entrambi. L'amore per Molly (che gli dice: «Sono io il tuo destino») segnerà tutta la vita di Temoteo, nella quale quella donna rappresenta l'unico futuro possibile. Il riavvicinamento tra loro avverrà? Questa storia, che termina nel 2026, dopo che s'è consumato un tentativo di dividere l'Italia con la costituzione della Padania, offre una visione distopica, quindi imperdibile e appassionante, nella quale protagonisti e comprimari s'imprimono subito nella mente dei lettori.
Se vuoi capire la mentalità siciliana sul delitto d'onore, per quanto oggi dalla legge derubricato a omicidio tout court, privato com'è stato nel 1981, a livello di pena, della tolleranza concessa dalla vecchia legge Rocco, devi leggere l'ultimo noir di Domenico Cacopardo “Sono io il tuo destino”, edito da Ianieri nella bella collana “Le dalie nere”. E parliamo di una storia ambientata oggi, negli anni Duemila, ma sembrerebbe ancora, la mentalità, non del tutto scomparsa.
Non lo è sicuramente nell'ultimo romanzo di Cacopardo, seppur ambientato in provincia di Reggio Emilia, dove si sono trasferiti, dal loro paese, Monturi Superiore, i coniugi Temoteo Barracci e Berenice Stellanotte, il primo medico chirurgo, la seconda, detta Nice, veterinaria. Si amano, anche intensamente, con grande trasporto sensuale, ma la mancata nascita di un figlio dopo un aborto subìto in seguito a un incidente che ha privato la donna della possibilità di avere altre gravidanze, spinge Temoteo a cercare nuove avventure femminili con l'obiettivo di avere un erede. E, naturalmente, troverà la candidata, una giovane donna, Milena Dosolo, detta Molly, con la quale il medico intraprende una relazione.
Il caso però ha voluto che, nello stesso periodo, da Monturi Superiore arrivasse loro ospite in casa un cugino di Temoteo, appena ventenne, per intraprendere un corso di studi che gli aprisse una carriera in campo agricolo. Il giovane, di nome Santo, non ha molta voglia di impegnarsi, preferisce godere della libertà che ha a disposizione, finché, stuzzicato dalla presenza della bella Nice, un po' trascurata dal marito ormai preso da Molly, non finisce a letto della cugina acquisita. La quale, molto più esperta di lui, lo educa al sesso, sfruttando tutta la baldanza del giovane. Passerà del tempo perché Temoteo se ne renda conto, e sarà quando il suo rapporto con Molly – colei che in una notte di passione nel corso di una loro fuga a Budapest, gli dirà, appunto “Sono io il tuo destino”- arriverà a un punto cruciale: quello di una promessa, da parte dell'uomo, di divorziare dalla moglie e di sposare lei, che gli darà un figlio. E sarebbe stato così se Temoteo non fosse venuto a conoscenza della tresca di Nice con il cugino Santo.
Si apre qui una seconda, avvincente, parte del romanzo, che già magistralmente, fino a quel punto, ha accompagnato il lettore, preso com'è stato dall'intreccio delle rispettive relazioni clandestine dei due coniugi. Naturalmente, lasciamo scoprire, appunto, al lettore cosa accade, sottolineando la bravura dello scrittore che sottilmente riesce a far emergere, come anticipato, la diffusa mentalità siciliana sulle corna e quant'altro che coinvolge l'intero paese d'origine dei coniugi, non solo quella dei protagonisti, dopo che la sorella di Santo ha sparso la voce dell'impresa sessuale del fratello. In questo senso, il romanzo, un autentico noir, tra i migliori dei tanti scritti dall'autore siciliano, va inteso anche come romanzo sociale e psicologico, per altro accompagnato dalla competenza giuridica dello stesso, per essere stato a lungo magistrato.
Va poi non dimenticato, proiettandosi la storia in un prossimo futuro, il 2026, il divertissement da parte di Cacopardo di immaginarsi, per quell'anno, un colpo di stato leghista e scissionista al nord – con l'aiuto addirittura di Putin e della Brigata Wagner – che non mancherà di avere i suoi effetti nella vicenda della coppia e, costituendo il fatto un prologo del romanzo, sulla curiosità del lettore.
Domenico Cacopardo Crovini, Sono io il tuo destino, Iamieri edizioni, pag. 235, €. 18,00.
L'autore
Domenico Cacopardo Crovini, nato nel 1936, è vissuto in giro per l'Italia al seguito di suo padre, funzionario pubblico. Consigliere di Stato in pensione, ha collaborato e collabora con numerose testate giornalistiche nazionali e locali. Ha insegnato nelle università di Torino e Roma-Luiss. Ha scritto venti romanzi, tra i quali la nota e fortunata serie di gialli che ha per protagonista il magistrato Agrò, edita da Marsilio. Ha pubblicato anche con Mondadori, Baldini&Castoldi, Diabasis e altri. Due anni fa per Filo e EdP Libri aveva presentato “Pater”
PS: in aggiunta allo stringatissimo curriculum inviato dalla casa editrice, precisiamo che, come ben sanno i nostri lettori, Cacopardo è editorialista di una prestigiosa testata territorialmente vicina (la Gazzetta di Parma) e di altri importanti quotidiani e periodici. In forza di questa non esattamente ininfluente circostanza, di tanto in tanto “acchiappiamo” su sua licenza pezzi particolarmente pregiati. Anche se sotto il diverso profilo di autore “giallista”, i devot readers cremonesi, potranno incontrarlo nuovamente di persona.
Codice rosso
Era un modello per il mondo intero. Si è sgretolato. Siamo in tanti ad averne avuta esperienza diretta, non esisteva però ancora un libro che in profondità, con documenti, report riservati, storie, testimonianze e dati aggiornatissimi, raccontasse come si è arrivati al tracollo della sanità italiana e alla deriva di un sistema dove per chi non ha soldi diventa sempre più difficile curarsi, ma, come leggerete, non basta potersi permettere visite ed esami a pagamento per sentirsi al sicuro. Che cosa rivela Codice rosso? Che in sala operatoria finiscono chirurghi senza aver eseguito un numero minimo di interventi necessari per padroneggiare il bisturi; che se abbiamo un'emergenza e dobbiamo correre all'ospedale, non è improbabile che a visitarci ci sia un medico gettonista arruolato attraverso cooperative e in servizio da più di dieci ore; che il grande affare delle assicurazioni arriva a generare interventi non necessari ma praticati lo stesso per ricevere i rimborsi, con conseguenze drammatiche; che nel privato c'è perfino chi sta lavorando a programmi per individuare ipocondriaci e proporgli pacchetti d'esami e visite a pagamento; e molto altro. Quella che vi apprestate a leggere è l'inchiesta più completa sulla sanità italiana. Milena Gabanelli e Simona Ravizza, che ormai da anni con Dataroom raccontano le falle del Servizio sanitario, mettono nero su bianco la condizione in cui versano gli ospedali (trovate le liste degli istituti – anche blasonati – con macchinari vecchi e inadatti; punti nascita e Pronto soccorso da evitare), lo svilimento della medicina di base e delle professioni mediche, gli interessi e le strategie delle lobby dei sindacati di categoria (medici di famiglia, farmacisti, eccetera) per difendere lo status quo, l'ordinaria follia a cui è sottoposto chi deve prenotare una visita e perfino chi deve gestire una malattia anche grave, e la speculazione che ruota attorno alle residenze per anziani. Infine, come tutto questo sia funzionale alla sanità a pagamento, che a sua volta veicola un inganno non sempre visibile. La denuncia ha un unico obiettivo: rendere consapevoli i cittadini delle vere ragioni di un malfunzionamento, in modo che non si possa più raccontar loro menzogne, e pretendere quindi dalla politica la competenza necessaria a riparare gli immensi errori commessi finora.
Milena Gabanelli e Simona Ravizza, Codice rosso, Fuoriscena, pag. 256, €. 18,00.
Le autrici
Milena Gabanelli - Ha vissuto fino a 19 anni a Desio, in Brianza, si è poi trasferita a Bologna, dove si è laureata al DAMS con una tesi in Storia del cinema. Collabora con la Rai dal 1982, iniziando con la realizzazione di programmi di attualità per la terza rete regionale. Sempre nel 1982 partecipa al Festival del Cinema di Venezia con il documentario A Jean Eustache sul regista francese Jean Eustache.Nei primi anni novanta Milena Gabanelli partecipa all'introduzione in Italia dei nuovi canoni del videogiornalismo, lavorando da sola con una videocamera portatile, che crea uno stile più diretto nelle interviste e in generale nel modo di fare programmi televisivi. Nel 1999 svolge l'esame di stato per diventare giornalista professionista, ma non lo supera perché bocciata all'orale. Per questo ancora oggi è soltanto una giornalista pubblicista.Nel 1989 inizia la collaborazione per la trasmissione di Giovanni Minoli Speciale Mixer. Il suo primo lavoro è la Cina delle zone economiche speciali (1989), poi c'è il Vietnam, la Cambogia. Nel 1990 realizza un reportage sull'isola Pitcairn, dove vivono tuttora i discendenti degli ammutinati del Bounty,[5] dove risiede per un mese. Poi c'è l'India dei venditori di reni, i deformi di Semipalatinsk (in Kazakistan, dove per 40 anni si sono fatti i test atomici), la yakuza giapponese. Come inviata di guerra Milena Gabanelli si è recata in varie regioni del mondo dove vi erano conflitti armati per documentare le atrocità commesse e la vita difficile dei sopravvissuti. Tra queste: ex Jugoslavia, Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Nagorno Karabakh, Mozambico, Somalia, Cecenia. Sua è una biografia del generale Võ Nguyên Giáp, raccontata da lui medesimo nel 1998. Nel 1994 Giovanni Minoli le offre di occuparsi di un programma sperimentale su Rai 2 Effetto Video8 - Professione reporter, che fino al 1996 manda in onda i servizi realizzati dai neo-videogiornalisti. Il programma ha metodi produttivi particolari: usa in parte mezzi interni (per la progettazione e l'edizione del programma) e mezzi esterni, cioè l'acquisto dei servizi da autori freelance, che si pagano le spese e lavorano in modo autonomo, pur sotto la supervisione di responsabili della Rai. Nel 1997 nasce Report, in onda su Rai 3, all'epoca diretta da Giovanni Minoli, di cui è autrice e conduttrice. Negli anni il programma è diventato il più noto format di giornalismo investigativo in Italia. Affronta soprattutto temi di carattere economico, ma anche argomenti legati alla salute, alla giustizia, inefficienze dei servizi pubblici, e di questioni legate al crimine organizzato: ecomafia, servizi segreti. La conduzione di Report per molti anni le ha dato molta popolarità. Nell'aprile del 2013 è stata la più votata nella consultazione interna agli iscritti del Movimento 5 Stelle al fine di individuare il loro candidato alla Presidenza della Repubblica Italiana. Ritenendosi inadeguata al ruolo di capo dello Stato, decide perciò di rinunciare alla candidatura. Nel 2017 si dimette dalla Rai per disaccordo sul suo ruolo di giornalista per l'azienda. Inizia una collaborazione col Corriere della Sera, per il quale cura una rubrica intitolata Dataroom, ed è editorialista di Sette. Nel settembre 2018 inizia la sua collaborazione con il TG LA7 condotto da Enrico Mentana: ogni lunedì viene ripresa una puntata di Dataroom e il conduttore le fa alcune domande sul tema affrontato; i due media fanno parte dello stesso gruppo editoriale controllato da Urbano Cairo.
Simona Ravizza, nata in Svizzera nel 1973, dopo avere lavorato come giornalista in Canton Ticino, è passata al «Corriere della Sera», dove si occupa di attualità e in particolare di Sanità. Oggi segue inchieste per Dataroom di Milena Gabanelli. Nel 2012 ha pubblicato per il «Corriere della Sera» I segreti di don Verzè.
Se ci è permesso, proponiamo a Società Filodrammatica Cremonese di allestire, congiuntamente al Movimento per la Riqualificazione dell'Ospedale una conferenza di presentazione e di approfondimento di Codice Rosso.