Dal Comitato Sì Meazza
Carissima/o il Comitato Sì Meazza ha promosso con questo Appello la raccolta di firme per evitare l'abbattimento dello stadio di San Siro. La tua adesione e degli amici che vorrai contattare tra professionisti, docenti, artisti, uomini e donne dello spettacolo, sportivi, ecc. è importante. Se sei d'accordo la tua adesione me la puoi dare qui su WhatsApp o inviarla al comitatosimeazza@gmail.com indicando Cognome Nome qualifica sintetica. Vorremmo diffondere un primo elenco entro una decina di giorni.... grazie per la tua collaborazione.
Roberto Biscardini, Milano
Ad abundantiam di debita istruzione di questo editing tematico, copia incolliamo un importante articolo apparso recentemente su Corsera. A riprova che il tema nuovo stadio (chissà perché si vuole costruire ex novo rottamando usato sicuro, (come San Siro, i numerosi e tuttora validi ospedali) tiene la scena da tempo immemorabile. Già…”il piccone risanatore” è ruzzolato sulla scena meneghina. Insieme alla inquietante vicenda del decreto urbanistico sulla cementificazione senza regole. Per il momento stoppata. Ma rivelatrice di un crepuscolo incongruo per il Sindaco milanese in dirittura d'arrivo. Per quanto ci riguarda, da cittadini di Lombardia, San Siro sta bene così e dov'é. Appare insensata qualsiasi rifunzionalizzazione che vado oltre il decoro e la messa in efficienza. A maggior ragione qualsiasi operazione di projet financing e di partnership pubblico-privato che abbia come scopo principale la speculazione, ammantata dalla pulsione di disporre di stadio megagalattico. Per queste considerazioni, la nostra testata appoggia la campagna “Salviamo lo stadio “Meazza”.
Dossier Tamoil
Egregio Direttore, dando atto a lei, alla sua testata e a poche altre della encomiabile determinazione sul “pezzo” e della carica didattico-divulgativa con cui l'intero dossier è stato approfondito su basi di fattualità, segnalo (deducendo dal pregiato quotidiano online Cremona Sera) una notizia che renderà merito all'impegno corale dei movimenti, dell'informazione non omologata “ai poteri”, alle tante parti lese, alla verità.
“Tamoil, il Tar dà ragione alla Bissolati: conferenza dei servizi chiusa troppo in fretta. Non si è indagato a sufficienza sulla tenuta della barriera. Comune e Tamoil rimborseranno le spese legali”, titola il sopraddetto quotidiano, specificando che il TAR ha così concluso: “la carenza motivazionale disvela un difetto istruttorio, atteso che l'Amministrazione non ha dato corso ad analisi nel senso propugnato da Bissolati, tra le altre cose in ordine alla qualità del surnatante rinvenuto nelle aree esterne e, comunque, sulla tenuta della barriera idraulica: è vero che la stessa è posta all'interno dell'area Tamoil, ma nondimeno la sua efficacia impatta direttamente sulle aree esterne, come quella della ricorrente, cosicché sarebbe stato doveroso un compiuto approfondimento in merito.”- Conclusione: il tandem Comune di Cremona – vertice di Tamoil sono (e non per la prima volta) risultati soccombenti in giudizio. Il Comune con l'aggravante di essere stato, in questi anni, avvertito, dal vasto dispiegamento di cittadinanza attiva, dalla Società Canottieri, da valenti giuristi cremonesi, della necessità di porre rimedio ad una strategia sbagliata come indirizzo di governo locale e come gestione legale.
Ma è cosa nota che i buoni a nulla sono capaci di tutto; specie quando, per avere ragione a dispetto dei fatti, si intestardiscono. Ovviamente la sentenza del TAR contiene molte altre, importanti fatti di rilevanza giurisdizionale. Ci sarà modo di analizzarli tutti e di rifletterci sopra.
Già sin d'ora, però, c'è evidenza che, in un quadro generale di scellerate strategie comunali sulla vicenda passata, presente, futura concernente la Raffineria nel frattempo diventata deposito (…e i cocci sono diventati della collettività), ha, se abbiamo capito giusto, fatto da innesco della filiera che ha portato al pronunciamento del TAR il decreto dirigenziale di conclusione positiva della Conferenza dei Servizi. Non conosco approfonditamente, ma a naso azzardo presumo che si tratti della conclusione con cui il Comune pronunciò l'indirizzo che arenò un più vasto disegno di tutela degli interessi delle adiacenti Società Canottieri e della popolazione cremonese. Costretta per mezzo secolo a metabolizzare la convivenza con un'industria non esattamente soave e, in una prospettiva che non si sa stimare temporalmente né effettivamente, a prendersi in saccoccia (sulla base di un'ineluttabilità di difficile spiegazione) anche il “consolidato”.
Sarebbe interessante chiedere spiegazioni, sulla base della chiamata in corresponsabilità, al dirigente che definì l'indirizzo istruttorio diventato linea comunale.
Se mi sovviene, potrebbe essere quella che partecipò alla sua ultima seduta della Conferenza, lasciandone la parte conclusiva in atteggiamento sdegnato.
La tengo, se non proprio breve (perché il tema meriterebbe ben altro approfondimento) misurata. Quel che appare incontestabile è che, al di là del bagno in sede di giustizia amministrativa, il “Palazzo” porta a casa, a mente delle motivazioni di merito della sentenza, un cappotto a livello di merito, di contenuti. Se posso azzardare: Amoco-Tamoil per 50 anni ha inquinato suolo, acqua, atmosfera, con una sorta di licenza di uccidere. Non si vedeva e, se si vedeva, si faceva spallucce o si girava il capo. Ha inquinato, soprattutto, le adiacenze antropizzate (come le Canottieri, secolarmente come location per ritemprare il fisico e dedicarsi alle attività ludiche). Ha fatto bene la Bissolati (che, oltretutto, porta lo stesso nome del fondatore dell'Eco del Popolo) ha mantenere una postura “verticale”. Spesso in solitudine e quasi sempre guardata in cagnesco dalla politica (da certa politica) e da un'opinione pubblica apatica.
Lo si evince, al di là delle mille firme raccolte in tempi telegrafici dalla Petizione per l'uso (appropriato, spero) del risarcimento, da un generalizzato contesto non esattamente “militante”.
Niente di nuovo sotto il solo. Correlato a questo aforisma, non ho resistito alla tentazione di fotocopiare il testo della lettera che il geometra Mantovani, noto professionista e Presidente della Società Filodrammatica, inviava al quotidiano La Provincia, il 2 marzo 2019.
zanrin@********.it, 9 aprile 2025, Cremona
Caro lettore, La ringraziamo per la segnalazione, il contributo di riflessione, la determinazione a volersi schierare sull'argomento. Che, a dispetto del tentativo di fagocitarlo e di traguardarlo verso esiti da “soluzione trasversale nel superiore interesse…”, incomberà ancora a lungo sul cielo della nostra città. Se ci è permesso: giù le mani dai risarcimenti, in alto i cuori per il risanamento ambientale della nostra città!
Dossier Sanità
Signor Direttore.
Dopo una iniziale ubriacatura alcuni politici locali, usciti fisicamente indenni nel 2022 dal Covid-19 e desiderosi per sé, e forse incuranti degli altri, di sacrificare sull'altare della Sanità l'attuale Ospedale, monumento a loro dire dell'inefficienza sanitaria, e visto come colpevole delle morti di tanti cremonesi, hanno pensato di erigere un “tempio di bellezza e armonia” che potesse preservare noi tutti da futuri flagelli biblici.
In pochi mesi si sono bruciate le tappe di un percorso che avrebbe a nostro avviso dovuto essere più prudente ma soprattutto partecipato dai veri fruitori dell'Ospedale pubblico.
Nel 2023 si è aperta e chiusa la gara per il progetto di un nuovo ospedale, eliminando aprioristicamente qualsiasi dubbio che una persona prudente avrebbe dovuto avere ponendosi un interrogativo semplice: ristrutturiamo l'attuale Ospedale o ne costruiamo uno nuovo?
Riascoltando gli interventi registrati dalle emittenti cremonesi come CR1 e Telecolor dei politici locali, degli operatori sanitari, dei rappresenti delle associazioni del terzo settore, convocati in poche settimane ed informati con “lezioni magistrali” di circa 30-45 minuti dal Direttore Generale dell'Asst di Cremona Dr Ezio Belleri, risulta chiaro come tutto questo percorso sia stato capovolto rispetto ad un procedere partecipativo e non unilateralmente informativo di questi settori della società.
Il percorso “informativo” dell'Azienda Sanitaria, è stato promesso più volte, continuerà a cerchi sempre più ampi (capigruppo del consiglio comunale, sanitari interni all'Asst, terzo settore associazionistico, sindaci dei comuni nell'ambito dell'Asst) fino ad arrivare ai cittadini del territorio.
Dal “sasso/nuovo ospedale” lanciato nello stagno della pianura padana cremonese si sono alzate ondate di cori consenzienti e plaudenti di persone via via sempre più coinvolte in una aggregazione di interessi corporativi dove ognuno guardava l'altro per sapere da che parte stare, sopra o sotto l'onda.
Per i presenti ad ogni assise l'istinto di sopravvivenza li ha portati in coro a dire “si” …e a cavalcare l'onda, che partendo dallo tsunami dell'onda che si è formata nel primo incontro del Dr Ezio Belleri con i capigruppo nel consiglio comunale di Cremona, si è poi propagata agli altri incontri con la semplice e inesorabile logica minimale de: “se i nostri “rappresentanti massimi” hanno deciso questa via accondiscendente …e si sono presi in faccia il “sasso/nuovo ospedale” senza battere ciglio, chi siamo noi per dire di no, chi siamo noi per frapporci a questa onda montante?”
Ora l'onda, sempre più attenuata, arriverà alla gente comune, se la direzione dell'Asst avrà il coraggio di terminare ciò che ha promesso, e ascoltare coloro che avrebbe dovuto informare per primo delle possibilità che noi tutti avevamo di fronte, allora noi del movimento saremo presenti e chiederemo di intervenire, con egual tempo del rappresentante delle istituzioni, per informare i presenti della possibilità concreta, e meno costosa di molte centinaia di milioni, di riqualificare l'attuale Ospedale
Informare e poi deliberare su dati concreti accessibili a tutti in egual misura, con dati confrontabili per decidere su quale via sia giusto camminare, è la migliore e la più onesta delle strategie. Tutti sono in grado di capire se sono correttamente informati e non posti davanti all'emozione di un miraggio, di uno spot pubblicitario, com'è il progetto del nuovo ospedale targato arch. Cucinella edizione 30 novembre 2023.
Ripetiamo, un miraggio. Chi dei capigruppo, che molto probabilmente non era al corrente dei dati particolareggiati del 1° progetto Cucinella, ha ascoltato l'informativa del DG Belleri in consiglio comunale e si è reso conto di come la 2° edizione del progetto presentato in quella occasione, è notevolmente ridimensionata nel numero di piani dell'edificio, nel numero di camere con letti singoli o doppi, dell'assenza del “laghetto” di 100 m di diametro, dell'assenza della pista ludico-sportiva sopra i tetti dell'edifico, della delocalizzazione dell'eliporto lontano 400 metri dal Pronto Soccorso ecc.? Solo se fossero stati informati preventivamente, o avessero studiato il progetto originale, si sarebbero accorti di questo ridimensionamento, che nei meno distratti avrebbe dovuto far sorgere qualche dubbio sulla grandeur del primo progetto e pure sulla possibilità di attuare la 2° versione del progetto… visto la carenza cronica di denaro dello Stato italiano incapace per es. di finanziare le case di comunità della nostra provincia.
(Alcune fonti riportano che delle 125 Case di Comunità con accreditamento provvisorio, dichiarate attive, in Lombardia delle 216 previste, molte presentano carenze di personale, con 85 prive di medici di base e 112 senza pediatri. L'allestimento di una casa di comunità ha un costo medio di 1,6 milioni e il solo costo annuo di personale ha un costo medio di 1,2 milioni)
Ma tutte o quasi le persone che crediamo al di sopra dell'allucinazione del miraggio Cucinella, hanno preferito cavalcare l'onda per non essere travolti?
Signor Direttore, se ci sarà concesso, tramite il suo giornale informeremo i suoi lettori dell'esito della richiesta che faremo nei prossimi giorni ai dirigenti dell'Asst di poter partecipare all'incontro pubblico con i cremonesi per poter esporre le ragioni del movimento per la riqualificazione dell'attuale Ospedale, preludio ad una più ampia consultazione che vorremmo poter concordare con il Dr Belleri, di tutte le circa 160.000 persone che vivono nell'Asst di Cremona. L'onda si rifrange su ognuno di queste migliaia di scogli, e non è escluso che riattivata dalla maggioranza di essi non ritorni nel punto di origine che l'ha provocata e lo sommerga.
Enrico Gnocchi, Movimento per la riqualificazione dell’Ospedale di Cremona, 6 aprile 2025, Cremona
Lonely Planet e Cremona: un viaggio esclusivo alla scoperta del territorio
Un itinerario di 48 ore, ma non solo, per esplorare storia, arte e tradizioni
Presentato a Palazzo Comunale il progetto “48 ore a...”, un'iniziativa di Lonely Planet che invita i viaggiatori a scoprire città, borghi e isole attraverso un'esperienza unica di esplorazione, mantenendo uno sguardo curioso e attento, proprio come quello di chi intraprende un lungo viaggio. Grazie a questo progetto verrà sviluppato un video promozionale che offre la possibilità di esplorare in due giorni ciò che una città e il suo territorio ha da offrire: la sua storia, i suoi angoli nascosti, e le sue meraviglie senza tempo.
L'annuncio di questo importante progetto di promozione turistica, che inizia ora il suo percorso, è stato fatto, davanti ad un folto pubblico di rappresentanti di associazioni di categoria, enti pubblici e privati, e guide turistiche, dall'assessore con delega al Turismo Luca Burgazzi - affiancato da Paola Milo, responsabile del Servizio Promozione, Informazione e Accoglienza Turistica del Comune -, da Stefano Soglia, Destination Manager di Visit Cremona, e da Angelo Pittro, Direttore Lonely Planet Italia.
L'itinerario si propone di far scoprire il connubio perfetto tra tradizione e innovazione, esplorando i luoghi più noti e quelli più segreti. Con il supporto della DMO (Destination Management Organization) Visit Cremona e di esperti, i visitatori avranno la possibilità di accedere a storie e angolazioni inedite della città, dai vicoli storici ai quartieri meno conosciuti, passando per il panorama unico che Cremona offre, che può essere ammirato da una prospettiva insolita, come quella di un battello sul Po.
Il progetto si sviluppa inoltre attraverso articoli, reel, fotografie e diari di viaggio curati dagli autori di Lonely Planet garantendo una visibilità nazionale e internazionale per la città di Cremona. I visitatori avranno la possibilità di esplorare Cremona con un itinerario dettagliato che li porterà alla scoperta di arte, tradizioni e innovazioni. Il progetto “48 ore a...” è il modo perfetto per vivere Cremona in modo autentico, respirando la sua cultura e il suo spirito vibrante.
La partecipazione di Cremona a “48 ore a...” è inoltre un'importante opportunità di promozione turistica e culturale che permette di valorizzare la città in tutte le sue sfaccettature, rendendola un luogo imperdibile per tutti coloro che cercano un'esperienza di viaggio autentica e arricchente. Il video, che verrà girato a fine maggio, sarà presentato nel mese di luglio 2025 e verrà trasmesso sul sito e sui canali social di Lonely Planet. Successivamente, sarà disponibile anche sul sito e sui canali social del Comune di Cremona.
“Per noi è un'occasione straordinaria per mostrare la città da una prospettiva nuova, facendo scoprire non solo i capolavori eterni, come la Cattedrale e il Torrazzo, ma anche quei luoghi e quelle storie che solo chi vive ogni giorno la città conosce davvero. L'iniziativa ci permette di valorizzare anche i quartieri meno noti e il dinamismo della nostra comunità, che è sempre più protagonista della trasformazione di Cremona”, dichiara l'assessore al Turismo Luca Burgazzi.
“Lonely Planet 48 ore a… racconta l'Italia e le sue città da un punto di vista nuovo che consiste nel creare connessioni tra chi viaggia e chi accoglie, tra il luogo che viene raccontato e le persone che lo abitano. Lo facciamo con una narrazione spontanea che utilizza video, social, articoli e incontri dal vivo – con l'obiettivo di raccontare in modo semplice ma coinvolgente e partecipato. Cremona è perfetta per questo viaggio: un luogo ricco di cultura, dove la bellezza non è solo nei monumenti, ma anche nelle storie, nelle persone e nella disponibilità a lavorare insieme. Vogliamo che ‘Lonely Planet, 48 ore a Cremona' sia un invito a viaggiare con lentezza, curiosità e rispetto, valorizzando luoghi che meritano attenzione ma rifiutando l'approccio mordi e fuggi che tanti danni sta creando ovunque”, è il commento di Angelo Pittro, direttore Italia di Lonely Planet.