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Associazione Culturale Caffè Letterario di Crema

“Qualcosa nella nebbia”

  07/04/2022

Di Redazione

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lunedì 11 aprile in sala Bottesini del teatro San Domenico, con inizio alle 20,45 e ingresso libero (per entrare è necessario il rispetto delle regole anti-Covid) “riapertura” dopo la pandemia del Caffè Letterario di Crema. 

Roberto Camurri presenta

“Qualcosa nella nebbia” 

 

Conversazione con Mattia Tortelli 

Accompagnamento musicale 

di Chiara Marinoni e Matteo Bacchio 

Dopo il grande successo di A misura d'uomo e Il nome della madre, si torna a Fabbrico con Roberto Camurri, una delle voci più interessanti e amate della nuova letteratura italiana, da poche settimane in libreria con Qualcosa nella nebbia. Amore e amicizia, fiducia e tradimento, vita e morte, fuga e ritorno: lo scrittore torna sui suoi temi preferiti in un romanzo intimo e intenso, radicalmente sincero. E con una lingua suadente e musicale, e delicati tocchi sovrannaturali, svela la natura ammaliante del passato, che ci attrae con il suo incessante richiamo ma ha il potere di liberarci dalle nostre più recondite paure. E la nebbia del titolo “è un attraversamento, che porta fino a raggiungere quel tipo di libertà agognata dai miei personaggi”. 

Lo scrittore è il protagonista della serata di “riapertura” dopo la pandemia del Caffè Letterario di Crema. L'appuntamento è per lunedì 11 aprile in sala Bottesini del teatro San Domenico, con inizio alle 20,45 e ingresso libero (per entrare è necessario il rispetto delle regole anti-Covid). L'autore converserà con Mattia Tortelli e, come da tradizione è previsto l'accompagnamento musicale di due giovani talenti cremaschi: Chiara Marinoni e Matteo Bacchio.  

Come per tutte le manifestazioni del Caffè Letterario, anche questa è stata resa possibile dal contributo delle aziende che sostengono l'associazione culturale: Associazione Popolare di Crema per il territorio, Banca Cremasca e Mantovana, Sparkasse, Comitato Soci Coop di Crema, libreria La Storia di Crema, il quotidiano La Provincia di Cremona e Crema, Teicos di Pandino e Icas di Vaiano Cremasco, oltre naturalmente alla Fondazione San Domenico e il Civico istituto musicale Folcioni.  

Camurri è nato nel 1982, undici giorni dopo la finale dei Mondiali a Madrid. Vive a Parma ma è di Fabbrico, un paese triste e magnifico che esiste davvero. È sposato con Francesca e hanno una figlia. Lavora con i matti e crede ci sia un motivo, ma non vuole sapere quale. E a Fabbrico ambienta i suoi romanzi perché, come spiega, “volevo scrivere una storia che parlasse di libertà e quindi fondamentalmente avevo bisogno di rendere Fabbrico un luogo in cui potesse succedere qualsiasi cosa un po' come Derry per Stephen King o Cape Cod per la Signora in giallo. Posti dove quando finiscono le storie poi si riparte da capo”. E ancora: “Luogo e personaggi hanno lo stesso peso all'interno del romanzo. Mi serviva che Fabbrico fosse vivo, anche nella sua parte soprannaturale, come per esempio con la strega che diventa la voce di questo paese. E quindi sì, probabilmente Fabbrico è un davvero personaggio... umano”. 

La trama

Uno scrittore sceglie di ambientare i suoi romanzi proprio a Fabbrico, un paese che non ha mai visto ma che lo attrae inspiegabilmente. È un uomo insoddisfatto e arrabbiato, odia la sua famiglia e il suo lavoro. Il suo primo libro ha avuto successo, e ora sta scrivendo nuove storie, diverse, ambientate in una Fabbrico spettrale in cui si muovono tre personaggi: Alice, che ha avuto una grottesca carriera in tv e ha scelto di tornare a vivere in paese; Giuseppe, da sempre innamorato di Alice anche se può averla solo in un perverso gioco sessuale; e Andrea detto Jack, che da bambino assiste all'arrivo di un'inquietante famiglia nella casa con cinque comignoli vicina alla sua, diventando testimone di una terribile tragedia. Invitato a un festival letterario in Olanda, lo scrittore comincia a confondere realtà e finzione, e grazie a una donna misteriosa e a un travolgente rapporto sessuale con lei scopre un passato che non sapeva di avere. 

“Questo libro è per chi conserva ancora i buffi bigliettini d'amore ricevuti alle elementari, per chi si emoziona davanti alla delicata potenza della Veduta di Delft di Vermeer, per chi sente di essere il personaggio di una storia che non può controllare, e per chi ha trovato il coraggio di attraversare la nebbia per andare incontro al suo cielo magnifico e azzurro”.

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