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“Ideali, passione politica, partecipazione: la Federazione cremonese del PCI 1921 – 1991”

Intervista di Giorgio Barbieri a Giuseppe Azzoni ed Evelino Abeni

  21/12/2020

Di Redazione

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Avvicinandosi il 21 gennaio 2021, centenario della nascita del Partito Comunista d'Italia, la Fondazione “Cremona democratica” ha pubblicato in questi giorni il volume “Ideali, passione politica, partecipazione: la Federazione cremonese del PCI 1921 – 1991”.

Innanzitutto, diamo conto dell'entità che ha concepito e sviluppato un'apprezzabile iniziativa editoriale, che sottende un grande valore di divulgazione e di sistemazione storica, attorno ad un partito di rilevante importanza.

“Cremona Democratica” è, infatti, una delle 67 Fondazioni di carattere territoriali che nel 2007 in coincidenza con la costituzione del PD si costituirono per conservare e gestire il patrimonio immobiliare proveniente dal movimento Democratici di Sinistra e prima ancora del PCI. La vera fonte di provenienza di questo “tesoretto”, più che una cassaforte una precondizione per poter dare una location ad un partito, verso cui, nei tempi cruenti,  si praticava una specie di apartheid  locativa. Se avevi bisogno di sedi per le sezioni e per la Federazione, negli anni 50 nessun locatore privato te la metteva a disposizione. Nel territorio i partiti di sinistra PCI e PSI si adattavano a trovarsi presso le cooperative (pratica osteggiata dal ministro celerino). L'alternativa era la costruzione o l'acquisto, a costo di sacrifici inenarrabili.

Ecco, così non abbiamo perso l'occasione di dire qualcosa di positivo dell'editore. Di questo importante ricostruzione dei fatti salienti di una lunga scansione di idealismi, di testimonianze collettive ed individuali, di contributi alla vita pubblica ed amministrativa.

L'argomento è trattato attraverso interviste del giornalista Giorgio Barbieri a Giuseppe Azzoni ed Evelino Abeni (nella foto sopra). Diremo qualcosa di sintetico di presentazione dei tre protagonisti di questo volume che verrà apprezzato sicuramente, non solo dai nostalgici (categoria in cui sarà difficile identificarci), ma anche da coloro che amano la salvaguardia della memoria storica e che, come avrebbe detto Mario Coppetti, sanno distingue tra l'errore e l'errante. E noi, che possiamo insignirci del titolo di “visti da vicino”, possiamo, senza in alcun modo diventare cantori postumi di un'epopea per alcuni versi zeppa di errori, associarci ad un giudizio di valorizzazione della molla idealistica che per 70 anni mobilitò generosamente militanti, attivisti e dirigenti. Giorgio Barbieri è l'indimenticato redattore sportivo e calcistico del quotidiano locale. Evelino Abeni e Giuseppe Azzoni, hanno percorso, partendo entrambi dalla gavetta figiciotta, un percorso parallelo, anzi da staffetta, ai vertici della Federazione. “federale” come si diceva a quei tempi, vicesindaco di Zanoni, consiglieri della Regione Lombardia.

Il primo compie una carrellata di carattere storico che parte dal congresso fondativo del PCI provinciale a Cremona, che ebbe luogo il 13 febbraio del 1921 nel salone municipale, e giunge al congresso che nel marzo 1991 trasformò il PCI in Partito Democratico della Sinistra nel marzo del 1991 (col distacco dei compagni di Rifondazione Comunista). Questi settanta anni vengono delineati nelle diverse fasi della nostra storia anche locale. Dalla scissione del forte PSI cremonese alla clandestinità durante il regime fascista, quindi la Resistenza, la Liberazione ed il contributo alla costruzione della democrazia repubblicana, le grandi lotte sociali delle nostre campagne e via via le alterne vicende politiche dei successivi decenni. Dalle risposte all'intervistatore si snoda una narrazione lineare e sintetica che intende riportare e salvaguardare memoria di nomi, date, vicende con i rapporti politici ed organizzativi che si sono evoluti negli anni..

La seconda parte del libro, con l'intervista ad Evelino Abeni, si concentra su alcuni momenti della vita della Federazione successivi agli anni '50, con riflessioni e ricordi.

Ne emergono certi contrasti relativi al centralismo democratico, la dialettica che anche a Cremona negli anni '60 si sviluppò intorno alle posizioni di Pietro Ingrao e di Giorgio Amendola, le divergenze relative al giudizio sull'URSS ed in particolare sulla invasione della Cecoslovacchia. E poi il rapporto con il PSI, le vicende del Comune di Cremona, la nascita dei consigli di Quartiere... ma anche il carattere delle grandi feste de l'Unità... le vicende che seguirono al crollo del muro di Berlino...

Oltre ad una salvaguardia della memoria questa pubblicazione si propone di suscitare utili riflessioni e confronti che recuperino una consapevolezza ed una “identità culturale sociale e politica” poiché “non possiamo progettare il futuro se non sappiamo da dove siamo venuti”. Questo è l'auspicio che leggiamo nella prefazione della Presidente della Fondazione “Cremona democratica”, Donatella Mazzeo. Alla Fondazione dobbiamo dare atto, se non ricordiamo male, di un'altra precedente ed apprezzata pubblicazione sull'impegno dei Comunisti Cremonese nella testimonianza ambientalista.

Concludiamo con l'auspicio che, in tempi un po' così, di pensiero liquido e di movimento leggero, questa iniziativa incontri interesse e sviluppi un auspicato approfondimento.

Senza violare il copy right ci permettiamo di anticipare una parte dell'interessantissimo corredo di immagini.

Le gallerie
La giunta comunale del 1975: Ruggeri, Cantoni, Maiori, Carletti, Abeni, il sindaco Zanoni, Cantarelli, De Crecchio e Lazzari
La giunta comunale del 1975: Ruggeri, Cantoni, Maiori, Carletti, Abeni, il sindaco Zanoni, Cantarelli, De Crecchio e Lazzari
Yevtuschenko a Cremona con Pajetta
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Lama e Antoniazzi a Gussola
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